Flussi elettorali, Pisa

Analisi dei flussi elettorali nel comune di Pisa: un confronto tra le elezioni politiche del 2013 e quelle del 2018.

L’analisi dei flussi elettorali mira a comprendere come gli elettori abbiano mutato il loro comportamento di voto da un’elezione all’altra. L’osservazione dei saldi non è sufficiente a capire se ci sono stati travasi di voti tra i vari partiti: basti pensare che anche percentuali invariate possono essere il frutto di notevoli cambiamenti delle scelte di voto a livello individuale. Sorvolando sugli aspetti tecnici della stima (vedi modello di Goodman) questo report presenta le tendenze più significative relative al voto per la Camera dei Deputati del 2018 nel comune di Pisa. I flussi stimati mettono a confronto queste ultime elezioni con le analoghe del 2013.

La tabella 1 pone a 100 il corpo elettorale del comune di Pisa, per cui i numeri nelle celle vanno interpretati come percentuali del totale degli aventi diritto al voto, che comprende anche chi si è astenuto (non si tratta quindi di percentuali di voto, dato che queste sono calcolate sui voti validi). Sulle righe sono riportati i partiti che si sono presentati nel 2018, mentre le colonne sono occupate dai partiti del 2013. Per alcuni partiti è stato necessario procedere a delle aggregazioni.

Tabella 1: Flussi tra politiche 2013 e 2018, corpo elettorale = 100 (Camera dei Deputati, Comune di Pisa)

2013
2018 PD M5S PDL Monti Altri CDX Altri CSX RivCiv Altri Ast. Tot
LeU 3.7 0.4 0.2 1.5 0.3 0.3 6.4
LN & FdI 4.5 4.2 5.2 0.7 0.3 1.5 16.5
FI & UDC 0.5 4.4 0.9 0.3 0.2 0.2 0.0 6.6
M5S 7.3 7.5 0.2 0.0 2.6 17.7
PD 10.8 1.3 1.7 2.8 1.0 0.5 18.0
Altri csx 1.1 1.0 1.7 0.3 0.3 0.3 4.7
Altri 0.9 0.3 0.3 0.1 0.5 1.0 1.0 0.3 4.5
Ast. 3.0 2.1 0.4 1.4 0.1 18.6 25.6
Tot 27.6 16.4 12.0 7.4 2.7 4.9 3.3 2.2 23.6 100.0

Nota: Elaborazioni dell’autore su dati del Comune di Pisa. Modello di Goodman con VR=23.

Nel complesso, il Partito Democratico ha perso molti voti passando dal 27,6% al 18,0% del corpo elettorale. La grande maggioranza degli elettori che nel 2013 aveva votato il PD non è stata fedele: le perdite più consistenti sono verso il Movimento 5 Stelle (7,3% del corpo elettorale), verso la Lega/Fratelli d’Italia (4,5%), e verso LeU (3,7%).  I nuovi voti, che sono assai meno, vengono invece da ex elettori del polo centrista di Monti (2,8%) a cui si uniscono flussi meno consistenti provenienti da varie direzioni. Il PD non perde e non guadagna dall’astensione.

Il Movimento 5 Stelle prende una percentuale piuttosto simile a quella del 2013, ma questo apparente immobilismo nasconde un netto cambiamento della sua base elettorale.  Il M5S perde il 4,2% del corpo elettorale verso Lega/Fratelli d’Italia, un altro 3% all’astensione. Attrae però, come già detto, una quota ingente di consensi dagli elettori che nel 2013 avevano votato PD, ed è il partito che più pesca dai vecchi astensionisti. In definitiva, i cinque stelle perdono a destra e svuotano il PD a sinistra, mantenendo uno scambio continuo con l’area dell’astensionismo.

A destra gli elettori che si identificavano con l’area tradizionale (PDL) sono oggi attratti in misura maggiore della coppia populista (Lega e Fratelli d’Italia) che non da Forza Italia e Udc. Questi ultimi, insieme, raccolgono poco più di un terzo dei votanti che cinque anni prima scelsero il partito di Berlusconi: il resto del loro esiguo consenso attuale è raccolto principalmente da ex elettori di Monti e del PD. L’elettorato di Lega e Fratelli d’Italia, che nel 2018 è stato pari al 16,5% del corpo elettorale, non ha nulla a che fare con la base elettorale del passato. Il loro consenso viene quasi in parte uguale da chi nel 2013 aveva votato PDL (5,2%), PD (4,5%) e M5S (4,2%).

Liberi e Uguali ha invece attratto prevalentemente ex elettori PD (3,7%) e una quota minoritaria di coloro che nel 2013 avevano optato per un partito minore della coalizione Italia Bene Comune (1,5% del corpo elettorale).

Le due figure che seguono, elaborate a partire dalla tabella precedente, permettono di farsi un’idea più intuitiva di cosa votarno nel 2013 gli elettori dei vari partiti attuali  (figura 1) e di cosa hanno votato nel 2018 gli elettori dei vari partiti del 2013 (figura 2).

 Figura 1. Provenienza dei voti 2018 (flussi in ingresso)

 

 

 

 

 

 

 

Figura 2. Destinazione dei voti 2013 (flussi in uscita)

 

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