Governo spagnolo, non è solo questione di addizioni

Gli inglesi lo chiamano hung parliament, con un’espressione idiomatica che non ha facili traduzioni. Potremmo dire che è un parlamento in bilico, anche se la tentazione di pensare a un parlamento “impiccato” fa di tanto in tanto capolino anche nelle vignette anglosassoni. L’espressione designa un parlamento senza una chiara maggioranza, come quello spagnolo dopo le ultime elezioni, dove è difficile immaginare come farà a nascere un governo. Per capirci qualcosa di più, andando oltre alle schermaglie tattiche adottate dagli stessi partiti spagnoli nel dopo voto, bisogna guardare a tre cose: le regole di investitura del governo, i numeri del congresso, le teorie sulla nascita dei governi di coalizione.

Il parlamento spagnolo (Las Cortes Generales) è bicamerale, ma a differenza di quanto accade in Italia il governo ha una rapporto di fiducia solo con la camera bassa, il Congreso de los Diputados. Dal secondo scrutinio il voto avviene a maggioranza semplice: tra chi vota, i sì devono essere più dei no. L’astensione è irrilevante, e può essere usata dai partiti che non vogliono tollerare la nascita di un governo di minoranza pur senza appoggiarlo esplicitamente.

23_12_2015 Continua a leggere Governo spagnolo, non è solo questione di addizioni